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Maschere
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Le parrucche sono state
indossate per migliaia di anni; gli
egizi, ad esempio, poiché avevano la testa rasata per motivi
d'igiene, le indossavano affinché il loro aspetto risultasse più
imponente. La parrucca non veniva solo indossata dal faraone o
dalla famiglia reale, ma anche dalle altre classi abbienti.
Altre popolazioni antiche come gli
Assiri, i
Fenici, i
Greci
e i Romani le utilizzavano. Le parrucche sono un capo
d'abbigliamento utilizzato principalmente nel mondo occidentale;
erano usate raramente nell'Estremo
Oriente ad eccezione del teatro tradizionale della
Cina
e del
Giappone. Durante l'Impero romano le parrucche erano usate sia per motivi estetici che per esigenza di camuffamento. Si narra, per esempio, che Annibale portasse la parrucca. Tito Livio attribuisce questo costume al fatto che il condottiero fosse costretto a camuffarsi spesso per riuscire a capire quali Galli, nelle sue armate, fossero a lui ostili. Caligola, narra Svetonio, sembra che amasse la notte vestirsi e camuffarsi con parrucca per poter frequentare luoghi impuri. Dopo la caduta dell'Impero Romano, l'uso di parrucche venne abbandonato in Occidente per quasi un millennio. Nel XVI secolo fu anche usata come un mezzo per compensare la calvizie o come abbellimento. Servivano anche per funzioni pratiche; le condizioni non igieniche del tempo richiamavano la presenza dei pidocchi, i quali potevano essere notevolmente ridotti se i capelli venivano rasati e sostituiti da una semplice parrucca artificiale. L'uso di queste da parte delle case reali fu cruciale per il successo che avrebbero avuto le parrucche. La regina Elisabetta I indossava una celebre parrucca rossa finemente elaborata e arricciata nello stile "romano", ed il re Luigi XIII di Francia favorì l'uso delle parrucche tra gli uomini negli anni '20 del 1600. Le parrucche per gli uomini furono introdotte nel mondo anglosassone quando il re Carlo II riottenne il trono nel 1660, dopo un lungo esilio in Francia. Il loro uso divenne presto popolare alla corte inglese. Con l'uso delle parrucche come uno "status symbol" da parte della nobiltà e della borghesia i parruccai (creatori di parrucche) ottennero un notevole prestigio. Una gilda di parrucchieri venne creata in Francia nel 1665, uno sviluppo presto copiato ovunque in Europa. Il loro lavoro era complesso, poiché nel XVII secolo le parrucche divennero sempre più elaborate e lunghe fino a coprire il busto; difatti erano estremamente pesanti e spesso scomode. Così le parrucche erano molto costose da produrre specialmente se create con capelli umani, ma l'uso del crine di cavallo e di capra ma soprattutto di yak, era diffuso perché molto più economico. Nel XVIII secolo le parrucche ebbero la maggiore diffusione nel mondo occidentale. Queste venivano incipriate e quindi rese di un particolare colore bianco o grigio bianco. La cipria per parrucche era costituita di farina di riso o altre farine vegetali ed era profumata con varie essenze. La cipria poteva anche essere di colori diversi dal bianco ma le varianti non trovarono grande successo. L'incipriatura dei capelli divenne essenziale per le occasioni formali durante tutto il '700. Col passare degli anni, tuttavia, l'utilizzo di parrucche bianche in pelo di yak venne preferito all'incipriatura delle parrucche dato l'alto costo della cipria. Negli anni '80 del '700 i giovani iniziarono a incipriarsi in maniera leggera direttamente i propri capelli raccolti usualmente in una coda di cavallo. Dopo il 1790 la cipria per parrucche andò scomparendo. Durante il '700 le parrucche abbandonarono gradualmente le esagerazioni seicentesche e diverse professioni le utilizzavano correntemente come divisa, in particolare nel Commonwealth ma anche nel resto dell'Europa. Bisogna ricordare che fino a date molto recenti sono state usate le parrucche nei tribunali di molti paesi come simbolo solenne. Con la rivoluzione Francese, "caddero le teste" e con esse anche le parrucche. Questo perché la parrucca, simbolo fin a quel momento di sfarzo e potenza aristocratica, non aveva più ragione di essere in netto contrasto con le nuove idee rivoluzionarie francesi. Contatti : catiamancini@gmail.com |